Την Πέμπτη το βράδυ (14.9.2017) στην ρωμαιοκαθολική ενορία της πόλης Μπολόνια Corpus Domini πραγματοποιήθηκε από τον Οικουμενικό Πατριάρχη Βαρθολομαίο ενός λεπτού οικουμενική προσευχή μπροστά στο μνημειώδες μωσαϊκό του Marko Ivan Rupnick, που εγκαινιάστηκε πρόσφατα.
Δημοσιεύουμε στη συνέχεια την ομιλία του Οικουμενικού Πατριάρχη στα ιταλικά.
SALUTO
DI SUA SANTITA’
K.K. BARTOLOMEO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
DURANTE L’INCONTRO
DURANTE L’INCONTRO
NELLA PARROCCHIA “CORPUS DOMINI” DI BOLOGNA
(Bologna, 14 Settembre 2017)
Ιερώτατε Μητροπολίτα Ιταλίας και Μελίτης, K. Γεννάδιε,
Vostra Eccellenza Mons. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna,
Eminenze, Eccellenze,
Reverendissimo Signor Parroco e Collaboratori,
Figli amati nel Signore,
“Ecco, che cosa è bello o che cosa da gioia, se non l’abitare dei fratelli insieme! Come unguento profumato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. Come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là ha disposto il Signore la benedizione, la vita in eterno (Salmo 132).
Questo Salmo introduce questa sera l’incontro con voi, Fratelli e Sorelle appartenenti a questa grande Parrocchia, intitolata al Corpus Domini, il Corpo del Signore e manifesta la nostra gioia di trovarci tra voi, tra fratelli in Cristo, per “fare festa”, in quanto – seguendo il Salmo – qui ha disposto la benedizione del Signore, la vita in eterno. Siamo giunti per la seconda volta a Bologna, su cortese invito del vostro Arcivescovo, l’amato nostro Fratello Matteo, dalla città di Costantino, sulle Rive del Bosforo, la odierna Istanbul, dove la Provvidenza Divina ci ha posto, da quasi ventisei anni, alla guida della Chiesa, sul Primo Trono della Chiesa Ortodossa, il Patriarcato Ecumenico, che presiede nella carità e nell’unità le Sante Chiese Ortodosse Locali.
E con gioia abbiamo accolto l’invito a visitare questa parrocchia della Chiesa Locale, per rallegrarci della genuinità e della fraterna ospitalità dei suoi parrocchiani. Idealmente, abbracciando la Vostra Parrocchia, abbracciamo tutte le parrocchie di questa Diocesi, perché proprio nella Parrocchia, cellula della Chiesa locale, si compie e si attualizza l’insegnamento del nostro Maestro, il Signore Gesù Cristo, si annuncia il suo Lieto Messaggio e si celebrano i segni tangibili della sua mistica presenza tra noi, i Sacramenti e tra essi in modo particolare e centrale la celebrazione della Divina Eucarestia. Da questo deriva poi l’amore per i fratelli, la carità, senza la quale vana sarebbe la nostra fede.
La centralità dell’Eucarestia è testimoniata anche dal titolo di questa Parrocchia, Corpus Domini. Questa festa liturgica è estranea alla Tradizione della Chiesa d’Oriente, pur tuttavia la importanza della celebrazione eucaristica è comune per i Cristiani d’Oriente e per quelli dell’Occidente. Sulla Divina Eucarestia e sull’annuncio della Sua Parola infatti si centra la nostra fede.
La parrocchia può essere definita la prima cellula della Chiesa, in cui si vive la familiarità tra coloro che stanno appresso, nella etimologia, infatti il termine “parrocchia”, indica coloro che vivono vicino, dal greco παρά e οικέω, e quindi al pari della famiglia, essa diviene una Chiesa domestica, in cui la fraternità è centrale e la collaborazione tra il parroco, quale delegato del vescovo locale ed i fedeli, soprattutto con coloro che sono chiamati a coadiuvarlo, deve essere esemplare.
Naturalmente, i compiti dei chierici e quelli dei laici sono diversi, seppure entrambi contribuiscono alla crescita spirituale e materiale della comunità. Da un lato i chierici sono chiamati principalmente a pensare alla salute dell’anima, ai bisogni spirituali dei parrocchiani, soprattutto nella celebrazione dei Santi Sacramenti. Il sacerdote infatti deve avere come esempio il Buon Pastore, così come afferma il Signore: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. (Gv 10, 11) … “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono” (Gv. 10, 27). Ma il parroco, come capo della parrocchia, deve essere anche modello per i propri parrocchiani, e un bell’esempio ce lo offre il Profeta Malachìa: “Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l’istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti.” (Mal. 2,7). I laici, ed in modo particolare il Consiglio Parrocchiale, devono aiutare il parroco ad affrontare anche le ovvie incombenze materiali, le opere caritatevoli, ma anche il catechismo, la manutenzione della Chiesa, e voi avete anche uno splendido Tempio del Signore, e tutto ciò che concorre a rendere la parrocchia attiva e solidale. La chiesa domestica, la parrocchia, è una famiglia dove vige armonia, amore ed unità e dove tutti portano a compimento i propri doveri ed i propri compiti con spirito di unità e nel dialogo reciproco.
Fratelli e Sorelle nel Signore,
Questa unità si regge su due importanti cardini: la Divina Eucarestia ed il Dialogo d’amore tra i propri membri. Per ogni cristiano la celebrazione del Corpo e Sangue del Signore, unitamente all’annuncio della Buona Novella, sono il fondamento della fede. Vivere continuamente la Pasqua del Signore, la sua passione, la crocifissione e la gloriosa Resurrezione significa partecipare alla Via, alla Verità e alla Vita che sono in Lui e solo in Lui. Nella Eucarestia viviamo Colui che è offerto e che si offre per noi, diventiamo partecipi con Lui. Scriveva a tal proposito San Ignazio di Antiochia: “spezzando un solo pane, che è farmaco d’immortalità, antidoto per non morire ma vivere in Gesù Cristo per sempre”. (Lettera agli Efesini, XX). Quando partecipiamo al suo banchetto, ci presentiamo col nostro io, ci presentiamo come siamo, ci liberiamo dal peccato, ma ci presentiamo anche come Chiesa, perché ognuno non vive solo per se stesso ma anche per gli altri. Sant’Ignazio, questo grande padre della Chiesa apostolica ancora ci ricorda: “Una è la carne di nostro Signore Gesù Cristo e uno il calice dell’unità del suo sangue, uno è l’altare come uno solo è il vescovo con il presbiterio e i diaconi. Se ciò farete, lo farete secondo Dio” (Lettera ai Filadelfesi).
Per questo il secondo cardine della parrocchia è il Dialogo d’amore, che porta all’unità. Nella parrocchia non ci deve essere posto per i personalismi, ma ci deve essere sempre uno spirito di unità e sacrificio. E questi si ottengono solo col dialogo. Il dialogo porta a risolvere ogni incomprensione, il dialogo comprende le necessità dell’opera filantropica a favore dei bisognosi, il dialogo agisce quando sorge la sofferenza, il dialogo apre le porte all’ospitalità cosciente, alla crescita umana e sociale e non chiude le porte mai ad alcuno.
Sappiamo che nella vostra parrocchia sono importanti questi cardini e sorreggono la sua vita quotidiana. Continuate su questa strada, con i vostri pastori, con il vostro Arcivescovo, nei rapporti tra voi. Questa splendida serata che avete organizzato ci onora in modo particolare e vi ringraziamo di cuore. E’ ancora una volta testimonianza del clima che qui si respira e si vive.
Figli amati,
Saremo veramente lieti di accogliervi nel nostro Patriarcato Ecumenico, a Costantinopoli, la sede della Santa e Grande Chiesa martire di Cristo, come è denominata la nostra Chiesa, per offrirvi a nostra volta, la ospitalità abramitica che avete riservato per noi e per il nostro seguito. Il Signore, Datore di ogni bene, vi benedica unitamente alle vostre famiglie, a tutti i membri di questa parrocchia, ai vicini ed ai lontani, a chi soffre e a chi è nel bisogno e Vi doni la pace che viene dall’alto.
Grazie.